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21 marzo 2012

Utile sproloquio di un maratoneta


La partenza e' sempre qualcosa di emozianante, qualcosa di trascinante, qualcosa che ti fa capire di esser parte di un mondo. Quella della maratoneta ha una carica decisamente diversa. Tutti quelli che sono vicino a te hanno messo il proprio corpo dinanzi ad una sfida, hanno fatto lunghi allenamenti e sanno che il giorno e' arrivato. Si reagisce in due modi nel giorno pre-gara: o si e' euforici o si e' preoccupati. Nessuno dei due ha lavorato meno. Il colpo che da il via spinge la folla a camminare, alcuni ad accennare una timida corsetta e solo quando la strada si allarga si puo' liberare il corpo dalla costrizione della calca. 
In quel momento non pensi a quanto devi fare, ne verresti travolto dal solo conteggio. Ora li si pensa solo a correre e a divertirsi. C'e' chi dice che la maratona sia una sfida con se stessi e la si deve fare in solitaria e chi la vede come una lunga pazzia da fare con qualche amico. Per questo si vedono persone che, pieni della loro determinazione, procedono verso il traguardo e chi, invece, in maniera molto rumorosa parla e ride. Questa mescolanza di gente che passa tra strade cittadine vede coinvolti anche gli spettatori che, in maniera piu' o meno incitante, ti esortano a non fermarti. Quello che invece si sente bene e' il sanpietrino che da fastidio in modo proporzionale ai chilometri che hai fatto.
L'ultimo pezzo della gara e' fatto di grande concentrazione, anche il più' rumoroso gruppo si ammutolisce e fa parlare solo le gambe, che se potessero urlare lo farebbero molto volentieri. Non si risponde neanche più alla folla, la mente va avanti per inerzia cosi' come i passi, uno avanti all'altro. Si conta solo il quanto manca. L'ultimo chilometro rimane per me un mistero, in quel momento sapendo che tutto e' finito, cominci a velocizzare il passo. Non so la forza da dove venga dopo 41km, ma l'idea di aver fatto questo fa scattare un meccanismo che ti da una spinta non razionale. Il traguardo diventa la liberazione a tutto. Chi sa di aver superato una sfida, chi un buon tempo e chi di aver fatto una pazzia. Tutti questi all'arrivo hanno la stessa faccia. Stanca e felice.

12 commenti:

  1. Bravo Michele, alla fine come sei giunto? L'importante è averla finita e soprattutto essersi divertiti.

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    1. grazie Paolo, sono arrivato distrutto ma non troppo. Ma la componente del divertimento rimane una cosa fondamentale.

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  2. behh bello!! io mi chiedo come si faccia a resistere 41 km però più che dove si trova la forza alla fine... io non resisterei proprio mentalmente O.o

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  3. Il "durante" è il bello... più della partenza e soprattutto dell'arrivo, a mio avviso! :) Bello no?!

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    1. concordo, anche se al 35esimo km cominci ad apprezzare di piu' la fine. :)

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  4. un giorno questi momenti li proverò anch'io!

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  5. "Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un'altra vita, corri una maratona", ehm..secondo me 'sta citazione ci sta troppo bene :D
    Non ti canto Orzowei degli Oliver Onions solo perchè ti voglio bene Miche' hahah!

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    1. ahahahhahahah...la citazione mi sembra piu' che azzeccata. E lo so che mi vuoi bene! :)

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