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25 dicembre 2011

gianduia&uvetta candita.


è natale. 
lucine, blabla, regali, panettoni&pandori, bustine e tanto perbenismo. 
oggi.

oggi mi manca il natale dei miei nonni paterni. 

dico dei miei nonni paterni perché erano abruzzesi come me, ed erano (citando un commento mio ad un post qui) quanto di più "dolcemente stereotipato" potessero essere.

la mattina del natale era davvero festa. c'era davvero l'aria di famiglia. era molto meno "verghiana" di quanto lo sia ora. 

c'erano i pranzi fastosi ma che sapevano di casalingo, 

c'era la lasagna alta due dita, 

c'erano gli gnocchi (e io ridevo anche se non li aveva fatti mamma, ma nonna), 

c'erano le cotolette, tagliate a strisce e mangiate con le mani. 

c'erano i "bocconi in anteprima" con la nonna che prendeva il pezzetto di cotoletta e ti diceva "va', nonnò". c'era il brodetto. c'erano poi i dolci di ogni tipo. 

c'era l'affetto, 
il sentimento forte, 
l'unione, 
la famiglia non intesa come istituzione bigotta ma come legame indissolubile dal punto di vista "spirituale". 

c'erano le ferratelle (quelle morbide) con la marmellata, 
i racconti del nonno di quando lavorava in fornace che sembravano degni del miglior zelig, 
la nonna con le gambe appoggiate su sgabellini fatti più o meno artigianalmente, con la sua mano tremolante, la sua voce insicura. 

c'erano i gianduiotti. 
c'era l'omaccione da cento e rotti chili per un metro e ottanta di mio nonno, con la sua voce baritonale e la sua massa imponente (pensate: aveva due fegati, era proprio grosso, non grasso) e il suo bastone. 

c'erano le cinquantamilalire per comprarsi i gelati anche se era dicembre.

e i regali che ti permettevano di costruire macchinine partendo da una miriade di pezzi che tu custodivi in una scatola di latta del panettone e che poi una volta assemblati sembravano degni del migliore ingegnere mercedes, anche se in realtà facevano cagare. 

c'era la tombola. 
la scopa. 
il settemmèzzo. 
e poi, quando si era più grandi, la bestia. c'era zombacavallo. 
e gli altri giochi.

e le risate, anche quando il primo natale senza nonna, si sentiva una risata in meno. ma c'era la voglia di andare avanti.

c'erano gli affetti, e avevi ancora il culo intonso da quelle sodomie che ti avrebbero poi temprato, ma reso più macchina e meno umano.

c'era la cera che permetteva alla candela di non spegnersi.

ogni tanto ripenso a questi momenti, anche al di fuori del clima da alberi e stelle comete, e penso che se ancora oggi mi vengono un po' gli occhi lucidi forse è perché non sono così merdosamente cinico come credo di essere.

almeno credo.

(auguri, gente)

15 commenti:

  1. Tanti auguri Cesco, sai anche io ho sempre una punta di nostalgia per i miei anni di bambino, quando c'erano entrambi i miei nonni a festeggiare con noi. Però dai, posso dire che per lo meno oggi si vive ancora la tradizione del Natale, le persone invecchiano, qualcuno se ne va e qualcuno arriva, ma la tradizione resta, come l'affetto tra noi. Auguro che tu passi un gran bel Natale, un salutone :-D

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  2. Non è che c'avevamo gli stessi nonni no?!
    Scherzo... ma forse le famiglie abruzzesi sono molto simili per abitudini e tradizioni.

    "68! 6 e 8!"
    mio nonno "78?!"
    "a nò, 68, 6-8"
    mio nonno "Per la mad**** strilla!"

    :)
    C'hai messo un pò ma leggerti è stato bello assai!

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  3. Marapticuccia mia, era impossibile farlo uscire prima: questo post era perfetto per il giorno di Natale, per essere raccontato in questo giorno!

    Paolo, tanti auguri :) Il Natale lo passerai a Milano o a Rieti? :) Saluta anche Mò

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  4. Michè, ti rinnovo gli auguri, e ti ringrazio :)

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  5. Auguri,e non sai come ti capisco....

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  6. Grazie Alessà, ricambio :) e apprezzo che tu mi capisca...

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  7. No, Natale a Milano, a Rieti si va per capodanno :-D

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  8. Bellissimo post, ricordi di un passato che ho vissuto, pochi regali ma tanti sentimenti!

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  9. grazie...era proprio quello che volevo trasmettere. A noi non importava fosse Natale, in senso "religioso", era un'occasione per saldare ancora di più quanto fosse già forte di suo...

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  10. C'è un momento nella crescita di ognuno di noi in cui il Natale diventa di una tristezza infinita.
    Col passare degli anni, i nonni vengono inesorabilmente a mancare e con essi richiano di perdersi anche le belle tradizioni.
    Non dovremmo essere egoisti e seppellirle nei ricordi, dovremmo, invece, perpetuarle, farle nostre..altrimenti, pensaci Cesco, i nostri figli, nipoti, pronipoti come faranno, ad una certa età, ad accorgersi di non essere così merdosamente cinici come crederanno di essere?
    Un bacione <3

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  11. Ciao Buon Natale, in ritardo... Bello il post dei ricordi con il "Natale" dei nonni... Oltre a RICORDARE... proviamo a fare uno sforzo per TRAMANDARE... anche noi... per noi, per i nostri figli, e per i nostri nipoti...e per chi si vuole aggiungere....

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  12. Non mi ero accorta del commento di "Grace", vedo che la pensiamo uguale... :-P bene ..ottimo !! Altro che cinismo da poveri derelitti ;-)

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