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8 giugno 2010

Un fuoco, artificioso


Nella cultura comune, tutti, sappiamo cosa e' un fuoco artificiale o pirotecnico, per i piu' tecnicisti.Normalemente e' uso ammirarli durante le feste di paese, in maniera marginale, quasi di chiusura ad un evento (religioso o civile che sia).
Esistono posti dove la normalita', almeno per certi aspetti non esiste. C'e' chi la chiama tradizione, chi uso, chi addirittura rito. Si, perche' da me e' un rito, una cosa imprescindibile a cui nessuno puo' rinunciare. Ci pensavo ieri sera, quando a chiusura della festa patronale, mi incamminavo verso il luogo dove si sarrebbe tenuto l'evento che ogni mio concittadino aspetta, il fuoco di fine serata.
Un fiume di persone raggiungeva dalle strade limitrofe il punto di ritrovo, e allo scoppio di un botto di avviso di inizio, cominciava ad allungare il passo. Vedevo persone che senza neanche piu' chiacchierare fissavano dritta la meta da raggiungere divincolandosi dalla parte piu' lenta della folla.
L'attesa e' sempre la stessa, anche quella a suo modo e' una tradizione, c'e' chi sceglie il posto migliore per guardare meglio senza avvicinarsi, chi preannuncia la "potenza" dei botti, chi ricorda gli anni passati e le vicende ad esso legate. Tutti pero' hanno la stessa espressione un occhio in faccia a chi sta parlando, o ascoltando, ed un altro per aria, in sguardo d'attesa.
Quando tutto comincia, e' silenzio, il rumore e' solo quello dei fuochi che in aria e terra esplondono in una magia di fumi e colori. Ogni sguardo scruta attento l'evento atteso senza perdersi neanche un secondo. Nonostante la pericolosita' che tutti sanno, l'indole spinge ad avvicinarsi per osservare meglio, per assorbire meglio ogni attimo. Nel momento in cui si avvicina il corso del fuoco a terra, la gente si allontana e si rintana riparandosi, alcuni restano tappandosi le orecchie ma con gli occhi ben spalancati. C'e' anche chi corre dietro di essi, scegliendo l'adrenalina allo spettacolo. Gli ultimi botti si riconoscono sempre in un climax crescente di luce, rumore e fumo. La fine rimane sempre la stessa un boato finale sordo e cupo che fa tremare la terra, dopo un fragoroso applauso che segna la fine.
Si comincia a sentire, dopo, un esteso brusio, dove tutti ritornando verso casa commentando lo spettacolo appena visto immersi, in quello che rimane, (in) un po' di polvere e tanto fumo.

2 commenti:

  1. Ormai la cultura dei fuochi d' artificio si è un pò persa, o almeno per quello che mi riguarda.

    Qui a napoli (avviso prima: non sono napoletano, sono qui per studio!) ogni sera c'è almeno una serie di fuochi artificiali.

    Si narra una leggenda: quando sono di un certo colore, vuol dire che è arrivata la droga.

    Secondo me, è solo una di quelle "mode" che nascono nei posti vuoti, in cui quando uno fa una cosa bella, allora la fanno tutti, come capre.
    Questo per dire che secondo me, ormai tutti comprano i fuochi artificiali per festeggiare qualche evento, che può essere un compleanno o chessò, un anniversario.

    Certo, i fuochi delle feste patronali sono un' altra cosa... però quando certi rumori e certe luci entrano a far parte della quotidianità, si perde un pò la magia dell' evento.

    Quando ero piccolo, immaginavo con mio fratello che i fuochi artificiali fossero le esplosioni di una furiosa battaglia nei cieli contro qualche misterioso alieno.
    E la serie finale di esplosioni e botti di colore bianco, era la distruzione dell' astronave nemica.

    Come cambiano le cose.

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  2. bellissimo il tuo post a commento del mio.....un altro modo di osservare la stessa cosa.....

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